Il Saluto del Presidente

Settantacinque anni, partendo proprio da Genova, dove tutto è cominciato. Il Gruppo ligure giornalisti sportivi ha l’orgoglio di aver percorso tutta quanta la strada dell’Ussi, tenuta a battesimo sulla nave Philippa, auspice Aldo Mairano, imprenditore e dirigente sportivo a tutto campo – fu presidente del Genoa, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro e del Panathlon International – alla presenza del presidente del Coni Giulio Onesti. Il Gruppo, intitolato poi ad un grande giornalista genovese, Renato Tosatti, inviato della Gazzetta del Popolo scomparso il 4 maggio 1949 con il Grande Torino nella tragedia di Superga, ha seguito passo dopo passo la storia dell’Unione Nazionale, diventandone di frequente protagonista.

Il primo presidente fu uno dei padri fondatori: Aldo Merlo, penna brillante e spiritosa del Corriere Mercantile – seguitissima la sua rubrica “Arsenico e vecchi merletti” – autore di una storia del Genoa e protagonista pressoché quotidiano di un animato cenacolo di tifosi e di amici, fra i quali l’attore Carlo Dapporto, in un bar di Via XX Settembre. Durante la gestione di Merlo erano abituali gli appuntamenti di una consolidata tradizione del giornalismo sportivo genovese: la disputa di combattutissime sfide calcistiche sul campo di Marassi con le compagnie di rivista che arrivavano a Genova, al Teatro Augustus, palcoscenico dei grandi comici e delle grandi soubrette di quei tempi. A piazza De Ferrari esisteva un “Circolo della Stampa” che ospitava serate di ballo, di teatro e di cabaret; a Genova, insomma, i cronisti dello sport (e non) sapevano come trascorrere il tempo libero.
Gli altri tre presidenti che seguirono erano tutti, come Merlo, tra i partecipanti alla nascita dell’Ussi: nell’ordine Luigi Caserza, corrispondente di Tuttosport e del Calcio Illustrato, il settimanale fondato da Luigi Boccali; Ernesto “Cicci” Chiossone e Renzo Bidone. Chiossone era un figlio d’arte, di David che diresse il Secolo XIX dal 1932 al 1943. Del principale quotidiano genovese Ernesto divenne negli anni Sessanta capo dei servizi sportivi, gestiti con il carattere giocoso ereditato dal padre: si dice fosse il solo capace di disarmare con una battuta il vicedirettore Zuanino, protagonista di leggendarie sfuriate quando rilevava un errore pacchiano sul giornale o, ancor peggio, la redazione “bucava” una notizia importante.

Succedette a Chiossone il collega che per molti decenni fu il principale protagonista della vita giornalistica genovese: Renzo Bidone. Sul “Guerin Sportivo”, un genovese doc, Enzo Tortora, lo aveva definito “il Tito Livio del Genoa”, perché Bidone era un documentatis-simo storico rossoblù, autore nel 1973 del volume celebrativo per gli 80 anni della fondazione del Genoa. Bidone dirigeva i servizi sportivi del Corriere del Pomeriggio, settimanale del lunedì molto seguito, ed era il corrispondente di testate importanti, in primis Corriere della Sera e La Stampa. Partecipò, unico giornalista, ad uno storico evento: nel 1927 il Genoa fu la prima squadra di calcio ad usare l’aeroplano per andare in trasferta, a Roma, per affrontare l’Alba. La comitiva venne imbarcata su due idrovolanti Dornier Wal bimotori della Società navigazione aerea di Genova, in partenza dall’idroscalo di Passo Nuovo: gli aerei arrivarono sul Tevere, all’idroscalo di Ostia, dopo tre ore di volo. Bidone raccontò in esclusiva l’impresa.

Naturalmente Renzo aveva il cuore rossoblù e lo trasmise al figlio Giorgio, cronista di nera e giudiziaria, ma anche corrispondente del Corriere dello Sport, che fu a capo della redazione genovese dell’Agenzia Ansa. Dopo la presidenza di Renzo Bidone fu Andrea Coloretti, capo dei servizi sportivi del Lavoro, ad assumere la guida del Gruppo per lasciarla in seguito a Vezio Murialdi, giornalista di grande spicco, componente di una famiglia nella quale i giornali furono elemento fondamentale della vita. A partire da Gino, papà di Vezio, che poi passò il testimone al figlio Paolo. Vezio era stato uno degli inviati di punta del Secolo XIX e del Messaggero, aveva seguito l’Olimpiade di Amsterdam nel 1928, aveva fatto il corrispondente di guerra a bordo di un incrociatore. Nel dopoguerra passò al Lavoro, del quale Sandro Pertini fu direttore politico dal 1947 al 1968, ma di fatto, visti gli impegni parlamentari del futuro presidente della Repubblica, il quotidiano veniva confezionato dal vicedirettore Vezio Murialdi.

Ed eccoci ai primi anni Settanta, quando viene eletto presidente Piero Sessarego, corrispondente e inviato di Tuttosport prima di diventare capo dei servizi sportivi del Secolo XIX diretto da Michele Tito. Sessarego ha il grosso merito di aver dato un impulso propositivo all’attività sportiva e ludica dei giornalisti genovesi: le manifestazioni non si contavano, dalle bocce al tiro al piattello, dal tiro alla pistola al tennis – con l’allenatore, nonché giornalista, Fulvio “Fuffo” Bernardini eccellente racchetta – al rally e alle freccette, praticati non soltanto a Genova ma anche nelle provincie. Il mandato di Sessarego rimane così un punto di partenza importante per il rinnovamento del Gruppo.

Fu poi la volta di Attilio Camoirano, che era stato partigiano (il “Biondo” della Brigata Volante “Severino”) prima che scrittore e giornalista, componente della redazione genovese dell’Unità diretta da Giovanni Serbandini “Bini”. Camoirano era stato il definito “il poeta del ciclismo” perché aveva seguito, anche per “Lo Sport Illustrato” le manifestazioni più importanti delle due ruote, Giro d’Italia in testa, ed in particolare la carriera di Fausto Coppi, del quale fu un attento biografo.

Camoirano passò il testimone a Sandro Castellano, un finto burbero dal cuore d’oro. Il “Maestro” per generazioni di giornalisti – tra i suoi allievi i fratelli Emanuele e Matteo Dotto – una delle firme più autorevoli, in campo internazionale, della pallanuoto. Per fotografarne la carriera basti aggiungere che è stato il cronista di dieci Olimpiadi, di 14 campionati europei e sette campionati del mondo. E ha recitato un ruolo di spicco, oltre che nel Gruppo Ligure, anche nell’Ussi nazionale, della quale è stato per anni il segretario. Tra le sue gemme “Il Grifone”, fondato nel 1948 a Genova e prima esperienza di cooperativa tra giornalisti e poligrafici; nel 1953, a Milano è il fondatore del quotidiano “La Notte” con Nino Nutrizio, grande firma e prolifico direttore. Ma è al “Corriere Mercantile” che Castellano ha legato gran parte della sua attività guidandone per 28 anni la redazione sportiva. Grazie alla pallanuoto è stato il punto di riferimento per le testate più prestigiose: Gazzetta dello Sport, Tuttosport, Corriere dello Sport; ha collaborato anche a numerose testate non sportive, né ha diminuito l’impegno una volta andato in pensione, usando una serie incredibile di pseudonimi per firmare le sue corrispondenze: Alex Winkler, Angelo Castelli, Angelo Davico e persino un “nom de plume” al femminile, Bianca Calotta.

Dopo Castellano, il compito di guidare i giornalisti liguri fu affidato a Giorgio Bazzali, firma di rilievo – grande esperto di pugilato – nella redazione sportiva del Secolo XIX, dopo gli inizi nella sua città, La Spezia. Il presidente Bazzali si assunse, tra gli altri, il delicato compito di una corretta gestione della tribuna stampa dello stadio Luigi Ferraris e portò avanti le iniziative promozionali del Gruppo. Si pose in evidenza anche nel diffondere i valori dello sport partecipando attivamente allo sviluppo e alla crescita del Panathlon International: prima come direttore responsabile della rivista e poi come segretario generale dell’associazione.

Siamo ormai a metà degli anni Ottanta, dopo Bazzali fu eletto presidente Manlio Fantini, professionista di grande esperienza. Aveva lavorato a Milano, al Giorno, ma era al Corriere Mercantile che aveva dato il meglio di sé sulle pagine sportive. Ai giovani colleghi era solito impartire una semplice lezione, dedicata alla capacità di sintesi: il giornalista deve dire in una parola ciò che gli altri dicevano in quattro. Fantini si era poi consacrato cronista di vaglia come responsabile della redazione genovese della Gazzetta dello Sport, dove aveva preso il posto di Piero Dardanello, passato al Giorno.

Da ricordare l’impegno per il miglioramento del lavoro dei colleghi, con la realizzazione di una sala stampa provvisoria in vista dei lavori di ristrutturazione dello stadio per i Mondiali del ’90. Il lavoro di Fantini rimase purtroppo incompiuto: un male inesorabile se lo portò via prematuramente, appena cinquantenne. Perso il suo presidente, il Gruppo trovò un reggente nel vicepresidente vicario Fabio Guidoni. La fase riorganizzativa passò anche attraverso il lavoro dei consiglieri nazionali Castellano, Stefano Porcù e Cesare Rosso. Guidoni sarebbe poi diventato revisore dei conti dell’Ussi nazionale, dove entrò come consigliere pubblicista anche Emilio Burlando. Il ricordo di Manlio Fantini sarebbe comunque rimasto indelebile nel mondo sportivo: nel settembre del 1990 infatti gli venne intitolata la sala stampa dello stadio di Marassi.

Terminata la reggenza di Guidoni, nel 1988 assunse la presidenza Gian Luigi Corti, che avrebbe guidato il Gruppo per ben 15 anni, fino al 2003. Corti – una carriera professionale al Corriere Mercantile e al Secolo XIX – dirigente nazionale dell’Ussi per 25 anni, è stato anche un dirigente sportivo di altissimo livello, vicepresidente della Federazione Italiana Pallavolo dal 1980 al 1988, capodelegazione a Los Angeles nel 1984 quando l’Italia conquistò la prima storica medaglia olimpica, di bronzo, del volley. Corti, dopo la ristrutturazione di Italia ’90, ha dato impulso decisivo alla gestione della tribuna stampa e della sala stampa dello Stadio Ferraris. Sempre attivo nel Gruppo e come consigliere nazionale fino alla sua scomparsa, a 76 anni, nel settembre 2019. Il 4 marzo 2021, nel giorno del 123° derby della Lanterna, la tribuna stampa dello stadio di Marassi, su iniziativa del Gruppo Ligure supportato da Genoa, Sampdoria e dal Comune di Genova, è stata intitolata a Corti e ad un altro grande giornalista genovese, Alfredo Provenzali.

Gli anni Duemila ai quali è approdato Gian Luigi Corti avanzano con due giovani presidenti, Renzo Parodi prima e Michele Corti poi. Parodi, che ha lavorato con Piero Sessarego alla redazione sportiva del Secolo XIX diventando poi uno degli inviati di punta del quotidiano genovese per l’attualità, la cronaca e il costume, ha gestito il Gruppo in un momento particolarmente delicato, che vede il moltiplicarsi delle testate e il crescente sviluppo di un nuovo tipo di informazione, con l’avvento impetuoso dei social. Una realtà nuova e diversa, che aumenta in maniera considerevole i problemi della categoria.

Sarà Michele Corti – che si è fatto le ossa in diverse testate affinandosi soprattutto come cronista televisivo, approdato a Mediaset – a cercare di disegnare un futuro più stuzzicante, in particolar modo per i giovani. Così, in collaborazione con l’Ordine e l’Associazione Ligure dei giornalisti vengono pensati, sviluppati e realizzati i corsi di formazione. Un fiore all’occhiello per il Gruppo, che continua pure la tradizione degli auguri natalizi, spesso in concomitanza degli incontri con i grandi personaggi dello sport. E anche il Premio “giornalista dell’anno”, istituito nel 1986, trova una svolta con l’aggiunta, nel 2020, del Premio “Giovani Ussi Liguria” assegnato alla spezzina Lucia Anselmi. Michele Corti, ideatore nel 2000 del progetto “Stelle nello Sport” – un successo ormai consolidato, che ogni anno aggrega decine di eventi, coinvolgendo migliaia di sportivi – sulle orme del padre è il curatore dell’Annuario nazionale Ussi, giunto ormai alla sua 23a edizione, ma anche dell’Annuario ligure dello Sport, dal 2005 punto di riferimento per tutto il movimento sportivo ligure. Ha pubblicato nel 2020 il libro “GLC. Un Cuore da Leone”, un omaggio (a scopo benefico, per l’Associazione Gigi Ghirotti) a Gian Luigi Corti attraverso 154 articoli-testimonianza di amici, colleghi, dirigenti e atleti. Intitolato a suo nome anche il premio internazionale “Un cuore da Leone” che verrà assegnato quest’anno da una giuria presieduta da Filippo Grassia ad un protagonista dello sport capace di affrontare ogni tipo di sfida. Il miglior modo per ricordare un appassionato dirigente, fondamentale per il cammino del Gruppo Ligure Giornalisti sportivi.

Un Gruppo che, ora rappresentato nell’Ussi dal consigliere nazionale Marco Bisacchi e dal revisore Giuseppe Viscardi, guarda al futuro senza dimenticare il passato. Conservando il ricordo dei 60 anni dell’Ussi festeggiati nel 2006 proprio in Liguria con l’organizzazione del Gruppo (e la regia del consigliere nazionale Gian Luigi Corti), ancora una volta a bordo di una nave. Quindici anni dopo si risale a bordo e si torna ancora qui, dove tutto è cominciato.

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